CON IL DISTACCO NECESSARIO

di Joseph Halevi

E’ scattato il campismo. 

Persone giovani, colte e altamente qualificate ma non specializzate sull’America Latina, emettono post ove dichiarano di schierarsi con Maduro e via campisteggiando.

“Signora mia questi giovani non imparano niente, dove andremo a finire?”

Siamo passati per l’URSS,  per la Cina, anche per l’Albania, e ora siamo a sostenere personaggi come Assad e Maduro.

Non sono uno specialista dell’America meridionale. Ho studiato solo il Cono sud perché me lo chiese il manifesto durante la grande crisi argentina del 2000/2001. Però 12 anni fa Riccardo Bellofiore mi inviò a Montevideo tramite la Rosa Luxemburg Stiftung. Era un convegno con i governi di sinistra ospitato dal governo – tenerissimo, bravissime persone – uruguayano. C’erano i chavisti nonché un politicante di Rifondazione italo-ispanico. 

I chavisti erano fuori da ogni discorso razionale. Poni una domanda della serie: “Come pensate di ridurre la dipendenza dal petrolio?” Risposta: “Dobbiamo realizzare i sogni condivisi del popolo”. E così via. Con Chavez quasi subito si manifestarono le scarsità classiche dell’URSS sebbene l’economia fosse ed è ancora privata. Carta igienica e cotone idrofilo furono tra i primi prodotti a scomparire. Questo già prima dell’anno del convegno a Montevideo (ottobre 2006).

I chavistas non possono ricadere sul complotto dei ricchi di Caracas – che sono effettivamente tali – perché il petrolio e gli introiti che procura appartengono allo Stato.

Gli organismi attivi di “potere popolare” altro non erano/sono che le gang delle guapperie di Caracas riorganizzate dal governo ed inquadrate da esso. Prima di Chavez facevano criminalità di strada. Ora hanno poteri di intervento politico polizieschi col governo che ha dato loro delle moto ecc. Prima lo esercitavano nei quartieri prescelti, con l’allargarsi della crisi sociale, ora, con la crisi completamente legata alla super iperinflazione, lo esercitano ovunque.

Interessante: gli abitanti dei quartieri ricchi di Caracas non emigrano. Potrebbero partire per Miami o Città del Messico ove moltissimi hanno casa (a Miami) ma non lo fanno in massa. Ad emigrare è stato soprattutto  il ceto medio e da un po’ di tempo sempre di più i ceti sociali meno abbienti, passando per le Ande in Colombia o anche attraverso l’Amazonia in direzione di Boa Vista molte centinaia di km a nord di Manaus sul Rio delle Amazzoni. Questo è quello che penso di sapere. Credere al complotto – che ci sarà  pure – è mandare il cervello all’ammasso. Vuol dire sempre incolpare fattori esterni senza capire che i fattori esterni hanno la strada aperta da crisi strutturali nate in maniera endogena. Maduro non ha la fiducia della maggioranza della popolazione. Ne sono assai certo. Non siamo più nell’era dello schieramento aprioristico con l’URSS o con la Cina e quest’era non deve più ritornare. Le situazioni  si devono studiare  e valutare con capacità di distacco.

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