PER UN ALTRO GENERE DI UNIVERSITA’

Lo scorso 8 Maggio si è tenuto al Billions, discoteca romana, un concorso di bellezza per aggiudicarsi il titolo di studentessa universitaria più bella di Roma ed un premio consistente in un buono da spendere in una clinica estetica. A presenziare alla kermesse, giudicare la bellezza delle ragazze e premiare “la più bella” anche il Rettore di Sapienza Eugenio Gaudio.

Troviamo vergognoso ed imbarazzante che la figura pubblica più importante di un Ateneo, conosciuta in tutta Italia, si permetta di presenziare ad iniziative di questo tipo, valutando la fisicità di quelle stesse studentesse che potrebbe poi interrogare nel ruolo di Docente.

Il Rettore Gaudio avalla una competizione che si basa su un modello unico di bellezza e di femminilità; incentiva le studentesse ad un uniformarsi ad una sola fisicità (quella propinata da una società ancora molto machista e dal mercato della moda e della cosmetica, che infatti finanzia lauti premi per questi concorsi); propaganda una competizione sessista, in cui le ragazze, e solo loro, vengono valutate per la loro avvenenza e per la corrispondenza ad un assurdo, perchè unico, canone estetico. La valutazione delle donne come corpi rimuove la soggettività, l’intelligenza e il desiderio femminile. Vogliamo vivere liberamente i nostri corpi e i nostri desideri, non siamo corpi muti da valutare, giudicare, discriminare. Mai più il giudizio su un corpo, ironico, ammiccante, paternalistico, volgare o misogino, deve ridurre la nostra cittadinanza e autorevolezza nei luoghi della ricerca e della formazione.

Non si tratta dell’unica iniziativa sessista organizzata dalla governance di Sapienza: già Frati permise nella facoltà di Economia un concorso di bellezza in cui era in palio una borsa di studio, poi interrotto dalla denuncia dei rappresentanti di Link Coordinamento Universitario e la presa di posizione di tutta la Facoltà; qualche giorno fa si è svolta nella città universitaria la Fiera delle Opportunità, con il patrocinio di Sapienza e della Regione Lazio, pubblicizzata con una campagna comunicativa largamente sessista, oltre che di dubbia intelligenza (“chiudi quel libro” e “nessuno te le da?” recitavano i manifesti pubblicitari!).

Ma i problemi di sessismo e machismo non posso essere ridotti a singoli, se pur vergognosi eventi. L’università resta un luogo di aggregazione e confronto, che è specchio della società in cui si sviluppa. Tantissime sono le violenze, fisiche e psicologiche, che ogni giorno vengono vissute dalle donne, dagli omosessuali e dai transessuali di questo Ateneo. Essere una donna, un omosessuale o un transessuale nell’università è ancora oggi un elemento di rischio, che ti espone a battute e commenti sessisti nel “migliore” dei casi, e a violenze e molestie negli episodi più gravi. Ancora oggi i saperi che vengono impartiti hanno contenuti prevalentemente maschili, e salve rare eccezioni, la maggior parte del sapere prodotto dalle donne viene escluso dall’insegnamento. Anche la ricerca e la docenza nell’università sono ad appannaggio degli uomini, basti pensare che in tutta Italia su 14.532 docenti universitari ordinari solo 3000 sono donne, nonostante dei 298872 laureati del 2011, ben 175 969 siano donne e 122 903 uomini. Si laureano più donne ma insegnano gli uomini. Ancora oggi si ripropone un modello di sapere che rimuove i corpi, le emozioni e le relazioni per un’idea astratta di conoscenza.

Di fronte questa situazione, non possiamo rimanere inerti.

Quali studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori, organizzazioni e associazioni attive per l’eliminazione di tutte le discriminazioni, quali donne e uomini, lanciamo un appello a tutti e tutte coloro che si sentono offes* ed indignat* non solo per il comportamento del rettore Gaudio, ma per la cultura sessista e discriminatoria che ancora caratterizza i luoghi della formazione.

Invitiamo tutti e tutte a vederci il giorno 10 Giugno, alle 18:00 nella facoltà di Lettere di Sapienza (Piazzale Aldo Moro 5), per confrontarci sui problemi e le discriminazioni di genere che vengono vissuti nelle nostre università, e sui problemi che viviamo quali donne, omosessuali e transessuali anche nei luoghi della formazione. Organizziamoci per mettere a sistema le nostre idee e i nostri desideri.

Pretendiamo immediate scuse dal Rettore, perché il suo comportamento ha offeso non solo tutti coloro che sono impegnati a decostruire e sconfiggere il modello unico di fisicità che la società ci impone, ma la Sapienza tutta, che quale istituzione accademica ha il compito di liberare uomini e donne dallo stereotipo unico della bellezza e di liberarci dalla commercializzazione del nostro corpo e dalla mania della fisicità perfetta. Vogliamo perciò organizzare una contro-sfilata, in cui donne, uomini, transessuali e travestiti di tutte le taglie e di tutte le età possano mostrare che l’università è il luogo della pluralità e della diversità. Non c’è bisogno di renderla un concorso: le bellezze sono troppe per poterne scegliere una sola!

Rete io decido,

Assemblea di Scienze Politiche e Filosofia – La Sapienza.

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