SCUOLA: CE N’EST QU’UN DEBUT….

Dopo 15 giorni di mobilitazione contro il piano del sottosegretario Reggi, il Ministero dell’Istruzione abbandona i toni enfatici che annunciavano cambiamenti epocali per la scuola italiana e si gela. Per Renzi la priorità è modificare la costituzione italiana con Berlusconi, non certo la scuola italiana. Dall’oltretomba, si leva la voce esile (forse dovuta allo 0.7% ottenuto dalla lista Monti nelle ultime elezioni europee)della Ministra Giannini per comunicare che il progetto di ennesima riforma della scuola verrà ripresentato a settembre e dovrebbe riguardare l’entrata in vigore del sistema di valutazione per le scuole, l’innalzamento a 15 giorni delle supplenze da affidare non più ai docenti precari, ma solo a quelli di ruolo e la riduzione a 4 anni delle scuole superiori. Si tratta di un passo indietro rispetto all’innalzamento a 36 ore a parità di stipendio dell’orario degli insegnanti di ruolo e alla proposta di premi ad personam a discrezione dei dirigenti scolastici. Ma la direzione è sempre la stessa. La stessa di tutti i ai governi di centro-destra e di centro-sinistra degli ultimi vent’anni: snellire il sistema di istruzione pubblico. Nonostante i pretestuosi proclami contro la riforma Gelmini sbandierati da Renzi, il governo continua a muoversi dentro le logiche di liberiste e di austerità che fanno della scuola pubblica una spesa da ridurre. come? Semplice. Taglio del personale. Blocco dei pensionamenti e blocco dei salari. Aumento degli allievi per classe, riduzione dell’offerta formativa, taglio dei corsi serali. Infine, la pietra tombale: riduzione di un anno delle scuola secondaria di secondo grado. Di fronte ad un Paese che non cresce e se lo fa la crescita si colloca (giugno) intorno allo 0,2%. Di fronte a un governo che non predispone alcuna seria politica occupazionale, che non attua politiche a sostegno dei redditi e della domanda, che continua a finanziare le grandi opere, che non stana l’evasione e il sommerso. Di fronte ad un Paese che finanzia le scuole private e che non intende istituire una serie patrimoniale sulle grandi rendite, è chiaro che l’istruzione pubblica sarà sempre considerata un albero da potare e non un seme da innaffiare. La scuola è funzionale alla società che si vuole costruire. Al di là della retorica centralità della formazione costante nell’età della globalizzazione, l’amara verità è che i governi italiani hanno sposato in pieno un’idea di istruzione collegata al mercato e ai parametri economici nazionali ed europei. La scuola e il diritto allo studio sono ridotti ad una variabile dell’economia. Meno scuola pubblica per tutti, master e corsi privati per pochi, scuole più ricche e scuole più povere, scuole per la classe dirigente e scuole per il popolino. Passo dopo passo, anno dopo anno chi ci governa ci porta via un pezzo di scuola e progetta un sistema d’istruzione che legittima le disuguaglianze e le ingiustizie dell’esistente. Se capiamo che ciò significa toglierci diritti e democrazia, cioè un futuro di libertà e dignità, riusciremo a trasformare il movimento estivo contro i “misfatti di luglio” in un movimento reale di insegnanti, studenti e cittadini in grado di costruire una buona scuola, che permetta ai giovani di crescere, scoprire ed espandere le proprie capacità, per ciascuno diverse e divenire cittadini partecipi ed adulti consapevoli e critici. In grado di costruirsi da sè il futuro che sceglieranno per sè stessi. Una buona scuola per una buona e giusta società.

da: www.anticapitalista.org

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IL GOVERNO RENZI ATTACCA LA SCUOLA!

DIFENDIAMOLA!

Il governo Renzi, per bocca del sottosegretario Reggio, ha scoperto le carte circa le sue vere intenzioni sulla scuola. La proposta parla di una aumento dell’orario di lavoro a parità di salario! Altro che novità! Nulla di nuovo rispetto alle proposte che furono di Monti e Profumo e che allora un ampio movimento respinse al mittente. Dalla finestra rientrano anche le proposte di Aprea circa il ruolo e il potere dei dirigenti scolastici i quali,  nella proposta del governo Renzi, potrebbero scegliere i docenti a cui affidare incarichi di collaborazione e specialistici con incrementi stipendiali fino al 30%! Lo strumento scelto per questa riforma è una democraticissima legge delega che dovrebbe essere proposta il 15 luglio proprio quando le scuole sono chiuse e parte del personale è in ferie; così è il Governo a decidere senza alcuna forma di discussione né in Parlamento né con le parti sociali.

Demistifichiamo il governo Renzi e non lasciamoci dividere dalla sua propaganda:

  • l’orario di lavoro di 18 ore settimanali è quello delle lezioni frontali in aula ed è in media con quello degli altri paesi europei;
  • a parità di orario di lavoro il salario dei docenti italiani è decisamente più basso di quello dei colleghi europei;
  • lo scopo di questo governo è mandare a casa migliaia di precari che a partire da settembre si troveranno senza lavoro e quello di aumentare l’orario di lavoro di chi resta. La conseguenza più immediata di questo provvedimento sarà un ulteriore scadimento della didattica (messa già a dura prova dall’introduzione dei quiz Invalsi): conta poco quello che si sarà in grado di insegnare dovendo seguire un numero maggiore di studenti e di classi senza avere il tempo di studiare e di aggiornarsi sulla propria materia e sui modi di insegnarla.
  • Questi tagli sono un altro frutto amaro dell’applicazione delle politiche di austerità che per tenere sotto controllo il debito pubblico e permettere alti profitti e alte rendite chiedono un continuo taglio della spesa pubblica (scuola, sanità e trasporto pubblico in primis).
  • Un attacco ai lavoratori e alle lavoratrici della scuola peggiora le condizioni di salario e diritti per tutti e tutte, oltre a minare alla base diritti garantiti dalla costituzione come quello all’istruzione.

Il personale che lavora nelle scuole e i genitori non si stanno facendo cogliere impreparati e stanno già organizzando la risposta a questo attacco: nonostante la chiusura delle scuole nei prossimi giorni sono previsti presidi e assemblee.

Basta con le politiche di austerità e basta tagli sulla pelle di lavoratori e lavoratrici e di studenti e studentesse!

Per la dignità del lavoro in generale, sia nel pubblico impiego che nel privato!

SINISTRA ANTICAPITALISTA

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