Gentile Professoressa Antonella Polimeni
Rettrice dell’Università La Sapienza di Roma
Oggetto: Revoca dell’onorificenza concessa al presidente tunisino Kais Saied, il carceriere di mio padre.
Gentile Rettrice Polimeni,
Mi rivolgo a lei in qualità di figlio dell’Avvocato Ghazi Chaouachi, prigioniero politico in Tunisia, e come cittadino profondamente preoccupato dalla situazione attuale in Tunisia.
Il 16 giugno 2021, l’Università La Sapienza ha conferito un Dottorato Honoris causa in diritto romano, Teoria dei Sistemi Giuridici e Diritto Privato del Mercato, al presidente della Repubblica tunisina, Kais Saied. In quell’occasione, lei ha sottolineato: “Come il presidente Saied, grazie alla sua competenza di giurista costituzionalista, abbia contribuito alla definizione della Costituzione tunisina del 2014, una Carta che riconosce una pluralità di diritti per proteggere la dignità della persona”. Tuttavia, desidero richiamare la sua attenzione sugli eventi che hanno seguito tale riconoscimento accademico.
Infatti, appena un mese dopo il ricevimento di tale onore, il presidente Saied ha condotto un colpo di Stato contro la giovane democrazia tunisina. Da allora, ha preso misure volte a concentrare il potere nelle sue mani, compromettendo le garanzie istituzionali fondamentali per i diritti umani, inclusa l’indipendenza della magistratura e la libertà di espressione. Il 25 luglio 2022, il presidente Saied ha organizzato un referendum per l’adozione di una costituzione da lui stesso redatta. Il testo di questa costituzione ha abrogato la costituzione del 2014 che lei ha lodato nel suo discorso e ha istituito un nuovo ordine costituzionale che rafforza il potere esecutivo (in particolare i poteri del presidente della Repubblica) a scapito dei poteri legislativo e giudiziario.
Inoltre, il 21 febbraio 2022, il presidente Kais Saied ha tenuto discorsi di incitamento all’odio e la discriminazione durante una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, che hanno costituito un’appello all’odio, scatenando un’escalation di violenza razzista nei confronti delle persone di colore: tanti gruppi, sostenitori di Qais Said, sono scesi nelle strade e hanno attaccato migranti, studenti e richiedenti asilo di colore, bruciando le loro case. Inoltre la polizia ha arrestato ed espulso molti di questi migranti subsahariani.
Mio padre, Ghazi Chaouachi, ha svolto un ruolo importante come membro della Lega tunisina per i diritti dell’uomo e attivista della società civile, nonché come membro fondatore del partito Corrente Democratica (Attayar). È stato eletto deputato all’Assemblea dei rappresentanti del popolo per due mandati ed ha ricoperto posizioni chiave all’interno del suo partito e del governo tunisino. Il suo arresto, la notte del 25 febbraio 2023, è avvenuto in un contesto di infondate accuse di cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato, ai sensi della legge antiterrorismo del 2015 e del codice penale. Tuttavia, non è stato presentato alcun elemento materiale a sostegno di tali accuse.
Eminenti accademici, intellettuali, politici e difensori dei diritti umani hanno chiesto il rilascio immediato e incondizionato di mio padre, Ghazi Chaouachi.
“Le autorità tunisine devono abbandonare le indagini penali che coinvolgono almeno 17 persone, tra cui oppositori politici del presidente Kais Saied, basate su infondate accuse di cospirazione, e liberare tutte le persone arrestate nell’ambito di tali indagini”, ha dichiarato Amnesty International. Questi oppositori sono detenuti in condizioni disumane e degradanti. Mio padre è privato dei suoi diritti fondamentali, come il diritto di ricevere visite familiari senza barriere, confermato da due autorizzazioni del giudice istruttore, e il diritto di ricevere libri e accedere alla biblioteca del carcere.
Mantenendo il titolo onorifico conferito a Kais Saied, l’Università La Sapienza diventa, suo malgrado, moralmente complice della sua deriva autoritaria e della sua alleanza di sicurezza con Giorgia Meloni.