L’AVVENTURISTA

di Cinzia Nachira

Le dichiarazioni Matteo Salvini da Israele su Hezbollah stanno scatenando, come era chiaro avvenisse, una ridda di polemiche soprattutto dopo la presa di posizione del ministro della difesa italiano Elisabetta Trenta che ha espresso “preoccupazione e imbarazzo”. Preoccupazione perché le dichiarazioni di Matteo Salvini sui “terroristi di Hezbollah” mettono a rischio i soldati italiani della missione UNIFIL II (una missione militare ONU/NATO di interposizione al confine tra Libano e Israele inviata alla fine dell’aggressione israeliana al Libano del luglio/agosto 2006 e che dovrebbe garantire la tregua). L’imbarazzo è dovuto probabilmente al fatto che simili affermazioni fanno entrare l’Italia in due crisi: quella interna ad Israele –  dove pochi giorni fa il governo ha vacillato per le dimissioni di Avigdor Lieberman, ministro della difesa di estrema destra – e in quella regionale che riguarda il conflitto siriano, in cui gli Hezbollah sono impegnati da molti anni al fianco di Bashar al Assad, Iran e Russia.

È chiaro che Matteo Salvini anche in questa occasione sta facendo campagna elettorale e questa volta la fa anche per Benyamin Netanyahu. Il quale come è noto sta puntando a scatenare una guerra contro l’Iran, ma in attesa del via libera statunitense finora mai ottenuto, ha come obiettivo almeno quello di vendicarsi dell’onta subita da Israele dodici anni fa, quando uscì dall’aggressione contro il Libano comunque sconfitto, sia militarmente che politicamente. Ma in questo caso, l’avventurismo di Matteo Salvini arriva e forse supera anche i confini dell’incoscienza e non solo per il destino dei militari italiani, ma soprattutto della popolazione libanese che, se dovessero realizzarsi i progetti di Benyamin Netanyahu, ne pagherebbe il prezzo più alto. Anche nel 2006, malgrado la magra figura di Israele, quell’aggressione costò la vita a mille libanesi (in gran parte civili) e la devastazione di una gran parte del Paese, soprattutto la distruzione di ponti e infrastrutture.

Queste sortite di Matteo Salvini sono ovviamente, su un piano interno, funzionali ad attaccare il Cinque Stelle anche sulla politica estera. Infatti, non è un mistero che l’alleato della Lega al governo in Italia sia tutto spostato ad appoggiare la dittatura di Bashar Assad e a giustificare il massacro in atto contro la popolazione civile siriana dal 2011-12 e che è finora costato circa 800.000 morti, tre milioni di sfollati e sei milioni di profughi (di cui un milione ha trovato riparo proprio in Libano). Ovviamente, in tutto questo c’è l’apparente contraddizione di attaccare un alleato della Russia di Vladimir Putin. Ma questa è appunto apparente perché in ogni caso Putin non ha alcuna di difendere i propri alleati nel conflitto siriano – nessuno escluso – fino alle estreme conseguenze. Più che l’attacco contro Hezbollah, dannoso per i rapporti con la Russia – di cui Matteo Salvini è un ammiratore – è in sé l’avallo al governo israeliano – che sta lavorando alacremente perché salti definitivamente l’accordo sul nucleare tra l’Iran e gli Stati Uniti e plaude alla reintroduzione delle sanzioni economiche che, mettendo in grave difficoltà il governo di Rohani impongono a Vladimir Putin altre partite complicate sul piano diplomatico (a cui fa da sfondo la crisi Ucraina).

È assai probabile che Matteo Salvini di tutto questo sia ignaro – appunto perché ignora. Per altro, il fatto che il governo di Benyamin Netanyahu abbia stretto accordi e alleanze con i Paesi europei che hanno governi di estrema destra, dall’Ungheria di Orban alla Polonia (a cui ha regalato di essere scagionata dalle responsabilità riguardo allo sterminio degli ebrei polacchi durante la seconda guerra mondiale) fa emergere come meno scandalosa di quanto appaia l’accoglienza quasi festosa in Israele di un personaggio come Matteo Salvini, dichiaratamente xenofobo e antisemita. Questo perché, purtroppo, i discorsi razzisti ed antisemiti oggi stanno trovando appoggio non solo da destra ma anche in una parte dell’estrema sinistra che indugia sul razzismo e spesso ricorre anche a simbologie ed argomenti repellenti.

È assai probabile che l’Italia, grazie alla stupidità pericolosa e avventuristica di Matteo Salvini, si verrà a trovare a non sapere più che strada imboccare a livello diplomatico in una regione dagli assetti sempre instabili, delicati e non poco intricati come il Vicino e Medio Oriente. Di queste scelte sconsiderate il prezzo da pagare sarà molto alto e, in prospettiva, per decenni. 

12 dicembre 2018

Potrebbe piacerti anche Altri di autore