UNA CASA PER TUTTI E TUTTE!

Giovedi 21 si è svolto “l’assedio dell’Ufficio casa “ del Comune di Livorno. Circa 60 persone partecipato all’appello lanciato dal Comitato Diritto all’abitare per chiedere che siano assegnati tutti gli appartamenti disponibili alle famiglie che oggi si trovano senza casa. Dopo un’iniziale presidio nella strada davanti all’ufficio è stato deciso di recarsi direttamente all’interno dell’ufficio Casa per avere un confronto diretto con il responsabile del Comune. Quest’ultimo, trovandosi davanti le famiglie senza casa, con la presenza di molti giovani genitori con i propri bambini, non ha potuto far altro che uscire a parlare con loro. Alle varie domande e richieste fatte, il responsabile ha risposto inizialmente  dando una serie di dati che non fanno altro che dimostrare come questa Amministrazione, come quelle che l’hanno preceduta, è stato ed è incapace di gestire la situazione abitativa a Livorno. Negli ultimi anni infatti il patrimonio immobiliare del Comune è passato da circa 9.000 unità immobiliari alle attuali 6.000, su un totale di 76.000 unità presenti nel territorio comunale. Ben 3.000 alloggi, un terzo del patrimonio pubblico, è stato privatizzato e tolto dal circuito che aveva il compito di dare una risposta adeguata ai bisogni abitativi dei ceti più bisognosi della nostra città. Questi 6.000 alloggi sono nella disponibilità della Casalp, che è l’Ente che gestisce gli alloggi popolari e li dà in assegnamento. La conferma che le cose non funzionano sta anche nell’ammissione da parte del dirigente che con l’attuale metodo di assegnazione degli alloggi. mediante graduatoria. la situazione sia irrisolvibile. Infatti non è possibile dare una casa a tutti i richiedenti, che sono circa 1.200 famiglie, quando tramite graduatoria non vengono sistemate più di 100-150 famiglie l’anno. E’ evidente che anni di immobilismo e di svendita del patrimonio immobiliare pubblico da parte delle amministrazioni comunali, sia attuali che precedenti, hanno portato a questa risultato. L’attuale crisi economica, l’assenza di lavoro, la mancanza di un reddito sicuro, ha poi accentuato questa situazione. Oggi l’unica possibilità per molte famiglie senza casa di avere un alloggio è quella di rischiare sulla propria pelle occupando spazi vuoti.  In questa città è sempre più necessario mettere all’ordine del giorno, oltre alla sistemazione immediata in case le famiglie oggi sulla strada, l’immediata ristrutturazione/riqualificazione del patrimonio pubblico, non solo residenziale, per rispondere all’ondata di sfratti a cui stiamo assistendo. Ma il problema del diritto alla casa non può essere risolto che a livello centrale, con un piano nazionale di residenza pubblica e di riqualificazione dei quartieri popolari, a consumo zero di territorio. In senso contrario stanno invece andando le scelte del Governo Letta, che ha approvato proprio in questi giorni misure che regalano agli speculatori la possibilità di costruire nuovi stadi e con essi centri commerciali e edifici terziari, con la conseguente devastazione territoriale, ambientale e paesaggistica. Queste sono le priorotà che il centrosinistra e il PD in modo particolare si dà, proponendosi come espressione diretta del blocco della rendita, degli speculatori e dei cementificatori di questo paese.

“red”

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Livorno è la prima città toscana  per numero di sfratti: uno ogni 170 famiglie nel 2012. Il doppio rispetto a Pisa (uno ogni 336 famiglie) o Lucca (uno ogni 356).

 Il problema degli sfratti incolpevoli e dei senza casa è la conseguenza diretta di una crisi economica che nella nostra città ha assunto una gravità, soprattutto a livello occupazionale, accentuata dall’insipienza di  una Amministrazione comunale e di un sindacato succube agli interessi dei poteri forti locali e delle multinazionali che si sono installate nel nostro territorio nei decenni precedenti (Delphi, TRW ecc.).

 Migliaia di senza casa, dunque, mentre si continuano a costruire case che poi resteranno sfitte perché a prezzi inaccessibili, come nel caso delle costruzioni nelle aree dell’ex cantiere navale (vera e propria speculazione immobiliare resa possibile da una scelta di deindustrializzazione della nostra città) e dei nuovi quartieri di Magrignano,

 Come se non bastasse, contemporaneamente sono stati regalati terreni per costruire inutili nuovi centri commerciali e terziari (vedi area del Nuovo Centro) e si svendono patrimoni pubblici (vedi Asl) per un nuovo ospedale funzionale ad una sanità pubblica dequalificata e ridotta al minimo.

 La drammaticità è ora evidente; pur tuttavia poco o niente è stato fatto dalle istituzioni per arginare il problema dell’assenza di case dignitose a prezzi popolari ed accessibili.

 Anzi, in questi anni si è andati nella direzione diametralmente opposta abbandonando l’idea della necessità di un piano di edilizia residenziale pubblica, popolare e ad affitti calmierati, in nome di un presunto “diritto ad una casa di proprietà” che ha incatenato ampi settori  di lavoratori alla schiavitù di mutui che oggi sono sempre più inesigibili!

 Il poter viver in una casa è un diritto fondamentale e la casa deve essere garantita a tutti e tutte. E questo è possibile da subito!

 Famiglie intere sono fuori di casa e ci sono spazi comunali e pubblici vuoti ed abbandonati,  migliaia di appartamenti sfitti o aree dismesse.

 Bisogna dare una immediata risposta alle famiglie oggi sfrattate, si dica basta al consumo indiscriminato del territorio, si   blocchi la speculazione edilizia ed imponga una riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico esistente. Deve essere introdotta una quota di alloggi sociali per ogni nuovo insediamento. Dobbiamo dire no alla privatizzazione di edifici pubblici che invece devono essere ristrutturati per garantire l’immediata soluzione dell’emergenza sfratti.

“rpro”

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