E ORA JILL STEIN

Dopo la prevedibile dichiarazione di sostegno alla “regina del caos” Hillary Clinton da parte di Bernie Sanders anche Socialist Alternative, che in questi mesi si era impegnata direttamente nelle primarie democratiche in sostegno al Senatore del Vermont nel tentativo di convincerlo ad una successiva candidatura indipendente alle prossime elezioni presidenziali, sceglie di appoggiare la candidata del Green Party, Jill Stein. Stessa scelta che era stata effettuata precedentemente dall’altra importante organizzazione socialista statunitense ISO (International Socialist Organization) che in questi mesi, pur giudicando positivamente il ruolo di Sanders, si era rifiutata di farsi coinvolgere nelle primarie di un partito di cui da sempre denunciava la natura borghese e imperialista. Pubblichiamo un articolo di bilancio di Kshama Sawant dirigente del Socialist Alternative, consigliera municipale di Seattle, impegnata nel movimento per il l’aumento del salario minimo a 15 $.

sanders

di Kshama Sawant

14 luglio 2016

L’appoggio di Bernie Sanders a Hillary Clinton ha enormemente deluso milioni di suoi sostenitori. Molti di coloro ispirati dal suo appello a una rivoluzione politica,  non avevano abbandonato  la speranza finora, che avrebbe rifiutato di  sostenere la candidata favorita di Wall Street.

Ma quelle speranze hanno finito per crollare.

Non soltanto Sanders ha appoggiato la sua avversaria neoliberale, ma ha cominciato a fare la propaganda elettorale per lei, anche davanti alla Convenzione Democratica Nazionale, dove in precedenza si era impegnato a continuare a lottare. Con la sua comparsa al suo comizio nel New Hampshire, ha indicato la sua intenzione di accompagnarla ulteriormente nel suo percorso della campagna elettorale.

L’energico appoggio di Bernie per Hillary è stato quasi entusiasta, dopo mesi di propaganda contro i suoi stretti legami con Wall Street e con l’America delle aziende. Ha detto: “Hillary Clinton sarà un’eccezionale presidente e sono orgoglioso di stare qui con lei oggi.” Il clou del suo discorso è stato un paragone, argomento per argomento, tra i due candidati. Ha delineato i veri pericoli della politica di Trump, dicendo, per esempio, che l’approccio di Trump al cambiamento del clima “sarebbe un disastro per il nostro paese e per il nostro pianeta.”

Non ci può essere dubbio circa la diagnosi di Bernie circa la minaccia rappresentata dal populismo di destra di Trump, ma ha completamente torto riguardo al modo in cui curare la malattia. Non riusciremo a sconfiggere definitivamente la destra appoggiando i politici dell’establishment, come Hillary Clinton. E’ il massiccio sdegno per le brutali politiche delle grandi aziende portate avanti dall’establishment politico del quale Hillary è giustamente considerata una rappresentante primaria, che ha creato la base per la supremazia di Trump. Lo abbiamo visto chiaramente soltanto pochi anni fa con la nascita del Tea Party che era nato dalla furia per i salvataggi di Wall Street, mentre la sinistra era impegnata a fare le scuse per le politiche di Obama favorevoli alle aziende.

Il Partito (non)Democratico non sarà mai uno strumento efficace per sconfiggere la destra, o durante o dopo l’elezione. L’esperienza ha mostrato che esso è, di fatto, da lungo tempo, un suo facilitatore. Per sconfiggere la destra, avremo bisogno di costruire potenti movimenti di massa uniti e un nuovo partito politico per il 99% che opererà a fianco dei nostri movimenti, invece che contro di loro.

Hillary Clinton ha la dubbia particolarità di essere la seconda più impopolare candidata del maggior partito nella storia delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, seconda soltanto a Donald Trump. La paura di Trump è il principale supporto che “puntella” la Clinton, mentre la paura della Clinton è il principale sostegno per Trump.

La strategia del male minore è stata un totale disastro per il 99%. Efficacemente contestato dalla sinistra, il Partito Democratico ha aiutato il Partito Repubblicano a spingere regolarmente l’agenda verso sinistra nei decenni passati. Come si è espressa adeguatamente la candidata del Partito Verde alla presidenza, Jill Stein, “la politica della paura ha compiuto tutto quello di cui avevamo paura.”

La campagna elettorale di Bernie ha scosso le fondamenta della politica statunitense con la sua contestazione coraggiosa nei riguardi dell’establishment politico corrotto e del dominio di Wall Street e degli straricchi sulla società. Diecine di migliaia di persone per la prima volta sono diventate attive  in campo politico e una più ampia discussione sul socialismo è stata inserita di nuovo nell’agenda. Ma i problemi sui quali Sanders ha basato la sua candidatura, come il salario minimo di 15 dollari l’ora, l’opposizione al TPP (Partenariato Trans-Pacifico),  Medicare per tutti, non  sarà portata avanti in alcun modo con la sua resa alla Clinton.

Invece l’appoggio di Sanders sarà usato nel tentativo di sostenere quello stesso establishment marcio che comprende anche la leadership del Partito Democratico di proprietà delle grosse aziende che ha lottato contro Sanders a ogni passo e che lo ha fischiato  proprio  la settimana scorsa. Inoltre, se Jill Stein non partecipasse alla competizione elettorale o se ricevesse scarso sostegno, i sondaggi dimostrano già che i due candidati di destra, il Libertario Gary Johnson e il Repubblicano Donald Trump sarebbero i beneficiari del voto anti-establishment che aiuterebbe a far crescere la base del populismo di destra.

Il sostegno di Sanders alla Clinton è un fallimento fondamentale di leadership. Sanders ha la fiducia di milioni di lavoratori e di giovani ultra devoti e impegnati. Lo guardano. Ha la responsabilità di condurli verso la migliore soluzione, non in un vicolo cieco politico.

Mentre la mia organizzazione, Alternativa Socialista, ed io abbiamo attivamente sostenuto la campagna di Bernie, dando il via al Movement4Bernie, siamo stati sempre apertamente in disaccordo con la sua decisione di competere per le Primarie del Partito Democratico. Abbiamo, però, anche detto che questo errore si poteva correggere dato che l’esperienza chiariva il carattere profondamente ostile del Partito Democratico verso la politica progressista. Abbiamo esortato Bernie, nel caso  che venisse sconfitto alle Primarie (non) Democratiche, come ci aspettavamo, a continuare a concorrere come indipendente o Verde, e abbiamo lanciato una petizione che è stata firmata ora da quasi 125.000 persone.

L’esperienza delle primarie manipolate ha rivelato totalmente il carattere non democratico, conservatore e favorevole alle grosse aziende del partito. Mentre Sanders ha ottenuto grosso modo il 46% del voto delle primarie Democratiche, ha ricevuto l’appoggio soltanto di 8 membri Democratici della Camera e di un solo senatore Democratico. La vasta maggioranza dell’establishment del partito, ha preso una ferma posizione contro Sanders  e i milioni di lavoratori e di giovani che si sono mobilitati in seguito al suo appello per una rivoluzione politica contro la classe dei miliardari.

Tutta l’esperienza della campagna elettorale di Sanders e il massiccio divario tra l’enorme impennata della base formata da lavoratori e da giovani dietro a Sanders, e il carattere conservatore, filo-capitalista del Partito Democratico, ha evidenziato graficamente il potenziale per cominciare a costruire un nuovo partito politico, indipendente dagli interessi delle grosse aziende e dai miliardari.

Anche se Sanders non era preparato a fare questo passo, non c’era nulla che lo costringesse a sostenere Hillary Clinton, candidata di Wal-Mart, di Wall Street e belligerante. Sanders avrebbe potuto per lo meno rifiutare di sostenere la Clinton e avrebbe potuto aprire un dialogo con milioni di suoi sostenitori per mobilitarli in proteste di massa contro il razzismo e la misoginia di Donald Trump, e allo stesso tempo esortandoli a sostenere la campagna di sinistra, anti-capitalista di Jill Stein.

Questo passo sarebbe stato in accordo con una grossa sezione della base di Sanders. In base a recenti sondaggi, quasi la metà dei suoi sostenitori stava ancora rifiutando gli inviti a votare per la Clinton, malgrado le enormi pressioni da parte dell’intero establishment politico e dei media. Ma, invece di correggere il suo errore iniziale di competere all’interno delle primarie Democratiche, Bernie si sta impegnando ulteriormente in queste. Le sue credenziali di sinistra saranno ora usate cinicamente nel tentativo di radunare di nuovo i seguaci di Sanders proprio dietro quell’establishment contro il quale si stanno ribellando.

Il motivo per cui   Sanders deve sostenere la Clinton è  inquadrato nelle concessioni della piattaforma del Partito Democratico approvate a Orlando. Per avere un qualche significato, la piattaforma dovrebbe essere vincolante per i funzionari eletti del partito. I politici che votano contro la piattaforma del partito dovrebbero sapere che perderanno il futuro appoggio di questo. Naturalmente non è affatto così che funzionano il partito Democratico (o quello Repubblicano). In  realtà, la storia delle piattaforme  del Comitato Nazionale Democratico (DNC)  è  stato una lunga documentazione quasi perfetta di promesse vaghe e infrante. La piattaforma normalmente perde di significato  anche prima che l’inchiostro all’assemblea si sia asciugato.  Hillary Clinton sarà libera di scegliere quelle politiche che attuerà una volta in carica indipendentemente da quello che dice la piattaforma, e le sue decisioni saranno pesantemente guidate da ciò che è accettabile per i suoi sostenitori miliardari.

Mentre c’erano delle concessioni alla piattaforma, fatte sotto la pressione dell’establishment democratico, anche queste sono state limitate. Posizioni chiare riguardo ad argomenti importanti, considerate ostili dall’America delle grosse aziende, sono state bloccate. E mentre un salario minimo di 15 dollari l’ora è stato approvato, qualcuno crede seriamente che la Clinton lotterà per questo? Date solo un’occhiata ai suoi donatori: le banche di Wall Street, McDonalds, WalMart, Target, Big Pharma, HMOs e Big Oil. Qualcuna di queste sopporterà di veder raddoppiato il salario nazionale minimo?

Bernie ha dichiarato molte volte che “Il Partito Democratico deve raggiungere una decisione fondamentale: siamo dalla parte dei lavoratori o degli interessi dei grandi capitali?” Bernie può dire con la faccia impassibile che il Partito Democratico (o Hillary Clinton stessa) hanno ora, in qualsiasi modo raggiunto quella conclusione?

Non possiamo permetterci di seguire l’errore di Bernie. E’ ora di passare oltre.

Infatti, date retta a me, è necessario che sconfiggiamo la destra.

Fermeremo la crescita del populismo di destra nello stesso modo in cui otterremo le risposte alle richieste per le quali abbiamo lottato in questi mesi passati. Incorporando le capacità organizzate, la capacità di lotta dei lavoratori in potenti movimenti di massa. Smobilitare il nostro movimento e consegnare il nostro destino ai politici del capitale servirà soltanto a incoraggiare la destra.

E’ stata la forza dei potenti movimenti sindacali e socialisti degli anni ’30 e ’40 che ha costretto il Democratico Franklin Roosevelt a fare importanti concessioni, ed è stata la forza dei movimenti anti-establishment degli anni ’60 e ’70 che ha ottenuto concessioni importanti dal Repubblicano Richard Nixon. Entrambe le volte la leadership di questi partiti non ha concesso nulla di più di quello che erano stati costretti dai  dai movimenti a dare.

La ragione fondamentale per cui  i più ampi programmi sociali che si sono ottenuti in Europa e altrove ai quali Bernie si riferisce così spesso non sono stati mai  istituiti,     è principalmente perché la classe operaia statunitense non è ancora riuscita a costruire

il suo proprio partito politico ed è invece rimasta legata al partito democratico favorevole al capitalismo. Paesi come la Svezia, la Gran Bretagna e la Francia hanno davvero costruito partiti di massa socialisti e laburisti che si sono opposti ai partiti capitalisti liberali e conservatori nei loro paesi. Hanno combattuto a fianco di movimenti potenti e hanno ottenuto importanti vantaggi come la medicina socializzata l’educazione universitaria gratuita. Le élite dominanti in quei paesi concedevano questi programmi pubblici semplicemente per prevenire la minaccia di insurrezioni maggiori da parte della classe operaia, non per benevolenza.

Abbiamo ora un’opportunità storica di cominciare a costruire un nuovo partito di massa del 99%. Abbiamo bisogno di un partito basato su una democrazia genuina, con una leadership eletta e revocabile che non accetti donazioni dalle grosse aziende, che abbia una piattaforma vincolante, e che sia pienamente preparata ad “accettare il disprezzo” di Wall Street e dell’America del capitale, mentre contemporaneamente lotta, per nulla dispiaciuta, per i nostri interessi.

Questo è il motivo per cui appoggio la Candidata del Green Party, Jill Stein.

Jill Stein combatte essenzialmente per gli stessi problemi di Sanders. Chiede Medicare per tutti, un salario minimo nazionale di 15 dollari, una rapida transizione all’energia rinnovabile e la fine della carcerazione di massa. Per certi versi è andata oltre Bernie, in particolare con il suo rifiuto degli aspetti chiave della politica estera degli Stati Uniti e con la sua richiesta di cancellare il debito studentesco.

Non c’è dubbio che la campagna di Jill sia un chiaro seguito della nostra rivoluzione politica e che meriti l’appoggio più ampio possibile da parte dei seguaci di  Sanders. Più forte sarà il voto per Jill Stein e migliore sarà la nostra posizione per iniziare a gettare le basi per un nuovo partito del 99%  nel periodo successivo all’elezione del 2016.

Mentre non sono d’accordo su tutto con Jill o con Il Partito Verde, i membri di questo hanno un ruolo importante da svolgere nel contribuire alla costruzione di una politica indipendente. E’ ora di essere chiari su che cosa significa “Bernie o il disastro”.  Ora non è il momento di mettere le nostre carte in tavola e di fallire. La capitolazione di Bernie è un vero intoppo.  Non dobbiamo però accettarlo, dobbiamo lavorare davvero e milioni di persone stanno cercando un modo di andare avanti.

Alla fine di questa settimana, il Movement4Bernie si rilancerà come Movimento per il 99%, come riflesso del suo impegno continuo a combattere per la rivoluzione politica, prima e dopo novembre. Se non lo avete già, fatto, vi invito a partecipare all’incontro Beyond Bernie (Oltre Bernie) nella vostra zona, ospitato dal Movement4Bernie e da Alternativa Socialista, per discutere i prossimi passi del nostro movimento e per impegnarsi. Spero che sarete presenti e che prenderete in considerazione la possibilità di unirvi ad Alternativa Socialista.

Proprio tra due settimane saremo alla Convention nazionale democratica. Ci saranno grandi proteste e dimostrazioni fuori dal DNC, nelle strade di Filadelfia. All’interno, anche i delegati di Bernie protesteranno contro la leadership democratica e alcuni si stanno attivando per organizzare un’uscita dal DNC.

Spero che possiate essere lì con me a protestare e a salutare i delegati che fanno il passo coraggioso di uscire dal DNC.

E’ però ora di un’uscita più consistente dalla morsa della politica delle imprese  dal Partito (non)Democratico. E’ ora di costruire il nostro proprio partito e una vera rivoluzione che sia sufficientemente potente da sfidare il dominio delle grosse imprese, il razzismo istituzionale, la povertà e la disuguaglianza economica, per ottenere tutto quello per cui il nostro movimento ha lottato.

Originale: Counterpunch

Tratto da znetitaly.altervista.org

Traduzione di Maria Chiara Starace

Potrebbe piacerti anche Altri di autore