LA DEMOCRAZIA DI LANDINI

Esecutivo nazionale Sindacato altra cosa-Opposizone Cgil

Il ricorso presentato dalla Fiom della Basilicata e del Molise contro i compagni e le compagne Fiom Fca di diversi stabilimenti ha avuto un esito inaccettabile. Il collegio statutario nazionale della Cgil ha infatti deliberato, a maggioranza, l’incompatibilità tra l’appartenenza al coordinamento intersindacale di lavoratori del gruppo Fca e la Cgil. Ciò consegna alla Fiom la facoltà di espellere senza ulteriore giudizio e senza diritto di difesa i compagni e le compagne Fiom del coordinamento Fca. Le loro colpe? Essere entrati in dissenso con la linea dell’organizzazione ed aver proclamato sciopero su diversi sabati comandati. Ogni iniziativa è stata assunta dai compagni e dalle compagne come singoli/e delegati/e Rsa Fiom ed in rapporto con i lavoratori Fca. Il comitato dei lavoratori Fca appare pertanto solo un pretesto per impedire la discussione interna e soffocare il dissenso. Peraltro all’interno di un’azienda che ha cancellato i diritti sindacali, rotto il contratto nazionale e messo fuori legge la Fiom e tutto il sindacalismo non complice. E’ lo stesso diritto di organizzare e praticare il dissenso dentro la Fiom e la Cgil a venire messo in discussione alla radice. L’espulsione di delegati in prima linea nella battaglia contro il modello Marchionne sarebbe un atto violento di rottura della storia della nostra organizzazione. Una rottura che non può e non deve avvenire. E’ nostra intenzione riprendere la campagna, ad ogni livello, per impedire le espulsioni e l’autoritarismo, per le libertà sindacali, la difesa della Costituzione, il pieno diritto di sciopero.

Dichiarazione di Fabrizio Burattini vicepresidente del Collegio Statutario nazionale CGIL sull’incompatibilità tra l’appartenenza alla CGIL e al Coordinamento di lavoratrici e lavoratori FCA dei delegati FIOM

Nella giornata di ieri ho partecipato alla riunione della presidenza del Collegio statutario nazionale della Cgil nella quale, seppure con il mio voto contrario, è stata adottata una delibera che sancisce la incompatibilità tra l’appartenenza alla Cgil e l’aver partecipato nel maggio scorso alla costituzione di un Coordinamento di lavoratrici e lavoratori FCA del Centro Sud.
Già in altre occasioni le decisioni della presidenza del CSN si sono concluse in modo non unanime e in particolare con il mio voto contrario, ma non ho mai ritenuto necessario né utile esplicitare pubblicamente i motivi del mio dissenso, sia per rispetto di decisioni comunque assunte dopo un dibattito democratico sia perché comunque quelle decisioni, seppure da me non condivise, non rischiavano di impedire la prosecuzione del confronto tra le diverse posizioni presenti nella Confederazione e nelle sue articolazioni territoriali e categoriali.
Questa volta, al contrario, ho ritenuto necessario esprimere con chiarezza di fronte a tutti le ragioni del mio dissenso perché quanto deliberato rischia di segnare in modo indelebile la nostra discussione.
Il CSN è l’organismo della Cgil a cui è affidato il potere di interpretazione dello Statuto e quello di annullare o correggere decisioni assunte da strutture del sindacato considerate irregolari ai sensi dello Statuto. Stavolta, invece, la decisione del CSN, nei fatti, mette le strutture della Fiom del Molise e della Fiom della Basilicata nella possibilità di espellere una quindicina di iscritte e iscritti, molte/i delle/dei quali rappresentanti aziendali eletti dalle lavoratrici e dai lavoratori FCA.
Questa potenziale decisione di espulsione inoltre potrebbe assere assunta da quelle strutture attraverso una semplice presa d’atto di quanto deliberato dal CSN, dunque privando quelle compagne e quei compagni di ogni possibilità di difendersi, di esplicitare le proprie ragioni, e di avere i due gradi di giudizio che l’articolo 4 dello Statuto garantisce a tutte e a tutti. In realtà potrebbero trovarsi ad essere sanzionati (peraltro con la sanzione più grave consentita dallo Statuto, cioè con la messa fuori dall’organizzazione) in maniera ancora più sommaria di chi avesse commesso atti gravi e penalmente rilevanti. Perfino chi si trovasse in stato di arresto per un procedimento penale ha diritto, giustamente, ai sensi dello Statuto ad un trattamento più garantista.
Di che cosa sono imputati queste compagne e questi compagni? Non certo di aver partecipato ben 10 mesi fa ad una riunione di un Coordinamento, ma di essersi assunti in qualità di RSA Fiom la responsabilità di non piegarsi di fronte ai ricatti di Marchionne e dei suoi capi e capetti aziendali e di aver continuato ad applicare, al di là delle decisioni del vertice Fiom, la linea di opposizione che tanti entusiasmi aveva suscitato nel 2010-2011.
Fino a qualche anno fa la Cgil, e ancor più la Fiom, si differenziavano dagli altri sindacati perché consentivano e a volte perfino valorizzavano il protagonismo dei lavoratori, degli iscritti, dei delegati. Ed è questo protagonismo che ha segnato le conquiste più importanti. Oggi, al contrario, l’iscritto modello è quello che sa solo applicare e propagandare le decisioni assunte dall’alto.
Il fatto che la Cgil e la Fiom considerino il comportamento di queste compagne e di questi compagni incompatibile con l’appartenenza alla Confederazione la dice lunga sugli orientamenti dell’attuale gruppo dirigente di queste strutture.
Se continua così, Marchionne, Renzi e compagnia possono dormire sonni tranquilli.

Roma, 2 marzo 2016

Fabrizio Burattini
Vicepresidente del Collegio Statutario nazionale Dichiarazione pubblica

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