SANITA’ TOSCANA

Comunicato del Coordinamento toscano per il diritto alla salute. Il Babbo Natale Enrico Rossi regala pezzi di servizio sanitario pubblico al cosiddetto volontariato. Firmato a fine anno dalla Regione Toscana un “accordo di collaborazione” con le associazioni di volontariato (MISERICORDIE, PUBBLICHE ASSISTENZE E CRI) e che cede a quest’ultime, pagandole profumatamente, la gestione di un numero sempre più ampio di servizi ad oggi gestiti dal servizio sanitario Pubblico.
Questo accordo si inserisce nel progressivo smantellamento del servizio sanitario attuato dalla Regione Toscana partire dalla riorganizzazione prevista dalla delibera 1235 e rappresenta un ulteriore passo nella direzione della privatizzazione della sanità pubblica e della costituzione di un mercato della salute diversificato per reddito e fondato su forme di tipo assicurativo privato.

LE LOBBIES DELL’ASSOCIAZIONISMO SI RITAGLIANO COSÌ UN RUOLO DI PRIMO PIANO NELLA SPARTIZIONE DELLA TORTA RICCHISSIMA DELLA SPESA SANITARIA CHE VEDE ATTIVI, INSIEME A LORO, ANCHE TANTI SOGGETTI PRIVATI.

COSA DICE L’ACCORDO:

SUL TRASPORTO SANITARIO: Sia l’ordinario che quello in emergenza/urgenza sarà rivisitato, le associazioni potranno vedere ridotti gli obblighi riguardanti le attrezzature di bordo sulle ambulanze, le Aziende Sanitarie potranno fornire alle associazioni apparecchiature elettromedicali e garantirne, a proprie spese, anche la manutenzione. Sulla emergenza/urgenza, in rapporto con il servizio di 118, le associazioni assumono un ruolo fondamentale così come nei Punti di Primo Soccorso, con la messa a disposizioni, da parte delle aziende sanitarie, anche di sedi in via di dismissione.
La Regione si impegna a finanziare anche la formazione dei volontari, a garantire personale alle associazioni, tramite bandi di “servizio civile”, accetta una riduzione della sicurezza permettendo la riduzione da 3 a 2 del personale obbligatorio sui mezzi dell’emergenza.
Riconferma la riorganizzazione del 118 che, come previsto dalla del 1235, prevede l’accorpamento delle Centrali operative dalle 12 attuali a 3, entro il 31 /12/2016, passando in via intermedia a 6.

TRASPORTO SOCIALE: Viene ribadita la centralità delle associazioni per realizzare il “welfare di prossimità” pagato dalla Regione e dai pazienti, le cui caratteristiche saranno definite attraverso “patti territoriali”.

SANITÀ TERRITORIALE: La Regione si impegna a favorire lo sviluppo di attività specialistica e diagnostica ambulatoriale gestite dalle associazioni. Questo avviene all’interno di un percorso di ampio affidamento al privato di attività. Le visite specialistiche e le prestazioni di diagnostica ambulatoriale potranno essere prenotate tramite il CUP con un doppio binario: nel servizio sanitario pubblico o in un’agenda di prenotazioni nel privato con tariffa concordata e “calmierata” (per ora). Successivamente questo sarà possibile anche per tutte le prestazioni erogate ambulatorialmente
Le stesse “Case della Salute” potranno essere allocate all’interno delle sedi delle associazioni insieme dunque alle attività diagnostico/strumentali e ambulatoriali. Si pongono così le basi per la privatizzazione dell’assistenza territoriale.

MOBILITÀ E SERVIZI DI PROSSIMITÀ: Alle zone periferiche della Regione, che si sono viste privare dei servizi di assistenza sanitaria pubblica, viene offerto solo un rafforzamento delle attività di volontariato delle associa-zioni verso le quali vengono dirottate molte risorse.

PROTEZIONE CIVILE: Viene ancora ribadita la centralità dell’associazionismo che la Regione si obbliga a sostenere economicamente incrementando le attrezzature logistiche e le risorse per il loro mantenimento. La Regione si impegna al pagamento dei “rimborsi” (sic) entro 90 giorni. Viene affidata al volontariato lo sviluppo di azioni di prevenzione, di tutela del territorio e di educazione della popolazione.

Con questo accordo la Regione Toscana prosegue nell’attacco al diritto alla salute universale e gratuito, dando al privato sociale un ruolo di spicco nella futura assistenza sanitaria integrativa.

OCCORRE UNIRE LE FORZE PER COSTRUIRE UNA MOBILITAZIONE CONTRO IL MERCATO DELLA SALUTE E I PROFITTI DI POCHI SUI BISOGNI DI TANTI.

Coordinamento toscano per il diritto alla salute

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