INDIA: MODI HA FALLITO SU TUTTO

di Sonali Kalhatkar

Disastro sanitario in India. La responsabilità di Modi e del suo partito

Con più di 300.000 nuove contagi al giorno (secondo le cifre odierne saremmo a più di 400.000 – 10 maggio. N.d.T.) ed un bilancio ufficiale – quindi probabilmente largamente sottovalutato –  di più di un quarto di milione di morti, l’India é diventata l’epicentro mondiale della pandemia di coronavirus. Gli ospedali son presi d’assalto e la crisi é esacerbata dalla penuria devastatrice di ossigeno. Addirittura, il sistema giudiziario indiano minaccia la pena capitale (AP News, 24 aprile) nei confronti di chiunque fosse preso in flagrante delitto di dirottare le spedizioni di ossigeno verso le zone più colpite. Decine e decine di decessi documentati risultano causati dalla mancanza di ossigeno.

Solo pochi mesi fa, il primo ministro Narendra Modi si pavoneggiava per aver sconfitto il virus mentre certi scienziati non capivano come mai, anche ricorrendo alla nozione di immunità di gregge, le infezioni al Covid-19 e i decessi ad esse legati fossero in diminuzione. Il paese aveva accesso a due vaccini, uno sviluppato da Bharat Biotech e l’altro da Oxford-AstraZeneca, massicciamente prodotti in India. Si diceva che l’uso della mascherina fosse quasi «universale» ed il 30 dicembre 2020 il Wall Street Journal aveva incensato «la strategia pandemica che aveva fatto le sue prove in India».

Ma allora, cos’é successo ?

Amandeep Sandhu, giornalista e scrittore di base a Bangalore riassume la situazione in una sola parola «compiacenza». In un’intervista sferzante verso il governo Modi lo accusa di «arroganza, di paralisi politica e di aver evitato scrupolosamente di fare un bilancio di quanto fatto durante gli ultimi dodici mesi». Questo governo dotato di un’ideologia fondamentalista religiosa che ha preso per capri espiatori dei gruppi minoritari stabilendo una forma di supremazia fascista indù ha spettacolarmente fallito di fronte al suo popolo.

Amandeep Sandhu evoca la maniera con la quale il Bharatiya Janata Party (BJP) di Modi, che da due decenni tiene le redini della politica indiana, ha patrocinato dei comizi elettorali massicci durante la scorsa primavera. Il filo delle conversazioni di Modi su Twitter trabocca di video  dei suoi discorsi del mese di aprile nelle quali si vanta d’aver visto «folle euforiche» – pigiate come sardine e senza mascherina – venute ad acclamarlo. Il fenomeno comporta certe analogie con le adunate politiche dello scorso anno negli Stati Uniti per acclamare Donald Trump e che si erano più volte distinte per l’aumento dei tassi d’infezione sopravvenuti nelle settimane successive.

D’altro canto, Modi ha anche incoraggiato milioni di indù a partecipare al Festival Kumbh Mela il più grande pellegrinaggio al mondo che si tiene ogni dodici anni – e che é stato anticipato di un anno per ragioni di opportunità politica – che vede masse di devoti immergersi nelle acque del Gange. Quest’anno, i partecipanti sono stati tre milioni e mezzo, proprio nel momento in cui i tassi di contaminazione stavamo già aumentando e gli specialisti della salute pubblica mettevano in guardia contro delle conseguenze potenzialmente disastrose.

Solo un anno fa, il governo aveva denunciato come propagatore del virus un’adunata ben più modesta organizzata dall’organizzazione musulmana Tablighi Jamaat. In quell’occasione, un deputato del BJP dello Stato del Karnataka aveva addirittura incoraggiato il linciaggio dei musulmani dichiarando che «la propagazione del Covid-19 é assimilabile al terrorismo [e che] chiunque propaghi il virus é un traditore». Quest’anno invece, di dichiarazioni del genere in rapporto all’adunata indù ben più importante numericamente non ce ne son state.

Al contempo, Narendra Modi ha rifiutato i negoziati con le decine di migliaia di contadini poveri ammassati alle porte della capitale per protestare contro le nuove e severissime leggi di privatizzazione delle terre; malgrado il ritorno ai campi di parte di loro per le raccolte annuali in questa primavera del 2021, quelli ammassati in condizioni precarie restano pur sempre, secondo le stime, almeno 15.000. Secondo Amandeep Sandhu, moltissimi fra quanti sono rientrati, sarebbero pronti a tornare, se ciò fosse necessario.

Domanda Sandhu « qual’é a questo punto la scelta che si offre ai contadini? La legge agraria li ucciderà nei prossimi anni mentre, dio ce ne guardi, il virus rischia di ammazzarli prima. Dunque, cosa fare, visto che in un caso come nell’altro é la morte che si profila come prospettiva?». Così, i contadini continuano a protestare anche se, secondo Amendeep Sandhu, resta difficile stabilire un legame tra la loro occupazione a cielo aperto e la propagazione del Covid-19. I contadini temono però che il governo Modi utilizzi la pandemia por imporre la fine delle loro proteste.

Al pari di Trump, Modi ha fatto tutto quanto in suo potere per attribuirsi i meriti della lotta al virus lanciando lo scorso anno un fondo di soccorso chiamato PMCares che ha raccolto ingenti quantità di doni e sulla cui gestione, come Trump, é stato di un’opacità assoluta al punto che un militante ha marchiato il PMCares di «truffa flagrante».

I vaccini : fabbricazione e esportazione

Primo fabbricante mondiale di vaccini, l’India ne ha esportati molti di più di quanti ne ha destinato alla sua propria popolazione. Modi é accusato di praticare la «diplomazia del vaccino» con milioni di dosi del vaccino regalate ad altri paesi al fine di ottenere sostegno politico.

Rifiutando di opporre popolazioni locali ed esportazione dei vaccini – la pandemia non conosce frontiere – Amandeep Sandhu denuncia invece il modo in cui la privatizzazione del sistema sanitario nazionale tiene i vaccini fuori dalla portata dei più poveri fra gli Indiani.

Secondo lui, «il vaccino é stato messo sul mercato libero con aiuti governativi assai limitati per poter vaccinare le popolazioni». In altri termini ciò significa che, per ottenere il vaccino, gli Indiani poveri devono aspettare molto di più degli Indiani più ricchi, i quali non hanno che da entrare in una clinica privata per comprarsi una dose. Sandhu domanda quindi «Come faranno gli Indiani poveri a pagarsi il vaccino? Se non se lo possono offrire, la nostra società ed il mondo più in generale restano vulnerabili. Il vaccino dev’essere gratuito per tutti».

Allorché la situazione si aggrava con centinaia di migliaia di nuove contaminazioni quotidiane ed il governo al centro dell’attenzione internazionale, Modi, altrettanto prolifico su Twitter che Trump prima di essere messo al bando dalla piattaforma, sembra molto più preoccupato dalla sua immagine che dal suo paese. Addirittura, la sua amministrazione ha trovato il tempo, in piena pandemia, di esigere, con successo, la soppressione, da parte di Twitter, di tutti i tweets critici sulla gestione della pandemia.

Ma oltre al sostegno diTwitter, Modi si avvale anche dell’appoggio e dei milioni di dollari versati da settori di origine indiana della destra statunitense per finanziare i programmi educativi fascisti del governo e dei gruppi nazionalisti. Infatti, gruppi quali Sewa International, con base a Huston, sono considerati come l’emanazione statunitense del Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), l’organizzazione dalla quale é nato il BJP. Approfittando dell’inquietudine internazionale suscitata dalla crisi del coronavirus in India, RSS sta cercando di raccogliere dieci milioni di dollari per comperare materiale medico e concentratori di ossigeno.

Nel 2004, però, l’organizzazione é stata implicata in una truffa che ha permesso di dirottare fondi pubblici di origine britannica destinati ai soccorsi alle vittime di terremoti verso la costruzione di scuole ideologiche supremaciste indù. Più recentemente, il gruppo é stato denunciato per aver limitato ai soli indù gli aiuti alle vittime delle inondazioni nel Kerala, Stato governato dal Partito comunista, nemico del BJP.

Biden ed il BJP

L’amministrazione Biden é già stata criticata per aver sostenuto il BJP ed il suo autoritarismo, iscrivendosi così nella continuità dell’amministrazione precedente. Biden ha nominato ad un posto chiave dell’AmeriCorps Sri Preston Kulkarni, cittadino statunitense d’origine indiana vicino al RSS e che aveva invano fatto campagna in Texas per il Congresso con l’appoggio politico e materiale di Ramesh Bhutada, attuale direttore della fondazione induista Sewa International.

Da mesi, Biden é sotto pressione perché sospenda i brevetti sui vaccini scegliendo la vita di milioni di persone piuttosto che gli utili delle ditte farmaceutiche. Sembrerebbe che, tenuto conto della natura devastante della crisi in India, Biden sarebbe disposto a riattivare questa opzione davanti al WTO il 30 aprile [cosa fatta, in effetti, N.d.T]. Purtroppo però, prima che quei brevetti abbandonati possano essere utilizzati, altre centinaia di migliaia di persone saranno morte.

Nel frattempo, gli Indiani che muoiono sono così tanti che, di notte, il cielo di Nuova Delhi é illuminato dai roghi dovuti alle cremazioni di massa. E mentre la frequentazione dell’hashtag ResignModi raggiunge vette altissime, Sandhu riassume succintamente dicendo che «il governo Modi ha fallito su tutto».

Traduzione di Paolo Gilardi

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