IN CROAZIA UN MINISTRO REVISIONISTA

Nonostante la sua adesione all’Unione europea, Zagabria deroga ai valori fondamentali che sono all’origine del progetto comunitario. 

Il primo ministro croato ha nominato alla carica di ministro della Cultura lo storico Zlatko Hasanbegovic, famoso per essere un sostenitore del regime collaborazionista ustascia durante la Seconda Guerra Mondiale.

In Croazia, un Ministro della Cultura revisionista.

Un decennio dopo la sua candidatura, la Croazia è diventato il 28° Stato membro dell’Unione europea nel 2013. Questa adesione doveva essere un simbolo e una tappa decisiva nel processo di transizione democratica del paese dopo la sua turbolenta storia del XX secolo.

La Croazia deve rispettare e promuovere i valori fondamentali della democrazia, l’inclusione sociale e le pari opportunità, che sono tutti garanzia per la stabilità e la pace in Europa.

Invece, il nuovo governo croato manca visibilmente ai suoi obblighi.

Il primo ministro croato Tihomir Oreskovic, ha nominato lo storico Zlatko Hasanbegovic come Ministro della Cultura.

Quest’ultimo, come storico, è noto per aver sostenuto un approccio revisionista alla storia del suo paese del ventesimo secolo. Recentemente ha pubblicamente dichiarato che la sconfitta degli Ustascia nel 1945 ha rappresentato “la più grande tragedia nazionale” della Croazia e ha perorato anche la riabilitazione di Husein ef Dozo, una delle figure della “sinistra 13°divisione SS Handschar” .

E’ stato anche dimostrato che ha contribuito alla rivista indipendente intitolato “Lo Stato di Croazia” un “omaggio” al  regime collaborazionista e genocida guidato dagli Ustascia, facendo una apologia del regime e dei suoi presunti valori ed eroi . Nel 1996, Zlatko Hasanbegovic aveva scritto due articoli per questo mensile in cui elogiava le idee politiche di Ante Pavelic e negava sistematicamente i crimini commessi dello Stato Indipendente della Croazia fascista.

L’anno scorso, Zlatko Hasanbegovic ha affermato che “l’antifascismo è solo un concetto vuoto.”

Ricordare le vittime del regime ustascia è pertanto essenziale. Secondo le stime più attendibili, almeno 83.000 persone sono state assassinate nel campo di concentramento e di sterminio di Jasenovac, considerato l’Auschwitz dei Balcani.

E questo numero tiene conto solo delle vittime repertoriate e identificate. Gli Ustascia hanno sistematicamente preso di mira, catturato, torturato e ucciso serbi, ebrei, rom per dei motivi razzisti, etnici e religiosi, così come i musulmani bosniaci e croati per motivi politici. Anche se il campo di Jasenovac è considerato l’apice di orrore del cosiddetto Stato croato indipendente, le autorità collaborazioniste hanno commesso in molti altri luoghi atrocità e crimini di massa. Gli Ustascia, come i nazisti, hanno mostrato un odio e una crudeltà senza limiti che rivela il male assoluto al centro della loro dottrina e del regime messo in atto.

Zlatko Hasanbegovic sfrutta la violenza totalitaria del post-guerra per screditare la lotta contro il fascismo che egli confonde insidiosamente con i crimini del comunismo, cosa che è un’aberrazione.

Nei suoi discorsi e pubblicazioni, Zlatko Hasanbegovic sfida le verità storiche e i valori fondamentali della nostra unione politica.

Zlatko Hasanbegovic non è stato scelto per la sua competenza nel campo della cultura, ma per promuovere l’ideologia che rappresenta.

I suoi primi passi come ministro della cultura confermano questa osservazione. Egli ha soppresso il Comitato per i media a scopo non di profitto, ha epurato la televisione nazionale croata dei giornalisti a lui ostili e sottoposto i membri dell’Agenzia per i media elettronici a crescenti pressione, ignorando le preoccupazioni espresse in particolare dall’OSCE su questo tema.

Questi sviluppi dovrebbero riguardare tutti noi.

Considerando l’Europa come una comunità di valori condivisi, dobbiamo affermare che non è accettabile che uno Stato membro possa essere portatore di una ideologia esclusiva e favorevole al revisionismo storico. Dobbiamo mobilitare le nostre energie per frenare questi sviluppi in Croazia, che sono parte di una tendenza preoccupante nell’Europa centrale e orientale.

Per questo motivo che chiediamo un’azione comune affinché tale ideologia, fondata sul revisionismo che incarnano le prese di posizioni assunte da Zlatko Hasanbegovic, non abbia posto in Europa e in Croazia.

Questa non è una questione di opinione o di sensibilità politica, ma l’espressione del nostro impegno per i valori fondamentali che sono la fonte del progetto europeo.

Tra i primi firmatari: Benjamin Abtan Presidente del Movimento Europeo Antirazzista (Egam), Ursa Raukar Attrice (Croazia), Beate e Serge Klarsfeld Ambasciatori onorari dell’Unesco (Germania e Francia), il regista Mario Mazic Programma su iniziativa Gioventù per i Diritti Umani (Croazia), Annette Wieviorka storico (Francia), Kim Campbell ex Primo Ministro del Canada, Presidente del Movimento mondiale per la democrazia (Canada), Judith Butler Filosofo (USA), Dario Fo premio Nobel per la letteratura (Italia), Miguel Ángel Moratinos ex Ministro degli affari esteri (Spagna), Richard Prasquier vicepresidente della Fondation pour la Mémoire de la Shoah (Francia), Danis Tanovic regista (Bosnia ed Erzegovina), Benjamin Stora Storico (Francia), Etienne Balibar professore emerito di filosofia presso l’Università di Paris West-Nanterre, in filosofia europea moderna, Kingston University di Londra (Francia) Filosofo Alain Finkielkraut (Francia), Toni Negri Filosofo (Francia), Chantal Mouffe docente di teoria politica, Università di Westminster (Belgio e Gran Bretagna), Saskia Sassen sociologa alla Columbia University e visiting professor presso la London School of Economics (Paesi Bassi e Stati Uniti d’America), Nancy Fraser Filosofo (USA), Caroline Mécary avvocato (Francia) Sari Nusseibeh ex presidente Università di al-Quds (Palestina), lo storico Henry Rousso (Francia), lo storico Pap Ndiaye (Francia), Catherine de Wenden Withol professore a Sciences-Po Paris (Francia) …

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