CHI ALIMENTA IL MONDO?

Le donne e la biodiversità alimentano il mondo, non le grosse aziende e le OMG

Di Vandana Shiva

29 maggio 2015

Le due grandi sfide ecologiche dei nostri tempi, sono l’erosione della biodiversità e il cambiamento del clima. Entrambi sono interconnessi nelle loro cause nelle loro soluzioni. L’agricoltura industriale è il settore che contribuisce di più all’erosione della biodiversità e anche al cambiamento del clima. Secondo le Nazioni Unite, il 93% della di tutta la varietà delle piante è scomparsa negli scorsi 80 anni.

Le monoculture basate sugli apporti chimici non distruggono semplicemente la biodiversità delle piante, ma hanno distrutto anche la biodiversità del suolo che provoca l’emergenza degli agenti patogeni, nuove malattie e ulteriore uso di prodotti chimici.

Il nostro studio del suolo nelle regioni di Vidharba dove si coltiva il cotone Bt (una varietà geneticamente modificata) ha mostrato una sensibile diminuzione degli organismi vantaggiosi  del suolo. In molte regioni dove si fa uso intensivo di pesticidi e di OMG, le api e le farfalle stanno scomparendo. Non ci sono impollinatori sulle piante del cotone Bt, mentre la popolazione degli impollinatori nell’azienda agricola per la conservazione della diversità del progetto Navdanya nella Valle di Doon (Stato dell’Uttarakand, in India) è sei volte maggiore  che nella foresta limitrofa. L’UNEP (United Nations Environment Program – Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente), ha calcolato che il contributo degli impollinatori è di 200 miliardi di dollari all’anno. L’agricoltura industriale uccide anche la vita acquatica e marina creando delle zone morte dovute  alla dispersione  dei fertilizzante. Anche i pesticidi uccidono o danneggiano la vita acquatica.

Oltre il danno alla biodiversità e al clima, l’agricoltura industriale in realtà mina la sicurezza del cibo e della nutrizione. Per prima cosa, l’agricoltura industriale fa crescere i prodotti  per i profitti delle aziende agrochimiche (ora anche biotecniche) e agroalimentari. Soltanto il 10%  dei raccolti annuali del mais e della soia OMG si impiegano per alimentare le persone. Il resto va nell’alimentazione animale e nei biocombustibili. Questo non è chiaramente un sistema alimentare che nutre il mondo.

Secondo, le monoculture indeboliscono la nutrizione rimuovendo la biodiversità che fornisce il nutrimento e la diversità di sostanze nutritive per le nostre necessità fisiche. Gli erbicidi come il Roundup non soltanto uccidono la pianta che si chiama ’asclepiade sulla quale si nutrono le larve della farfalla Monarca, ma uccidono le fonti di nutrimento per gli esseri umani: le piante: amaranto , “bathua,” e l’insieme di coltivazioni che producono più “Nutrizione per acro” (acro= 4.047 mq) rispetto alle monocolture industriali (vedere il rapporto di Navdanya sulla Salute per Acro). Avendo distrutto le nostre fonti di nutrizione distruggendo la biodiversità – e creando carenza di vitamina A, di ferro e altre carenze, le stesse aziende che hanno creato la crisi, promettono ora una soluzione miracolosa: le OMG. Il Golden Rice (Riso dorato) geneticamente modificato e le banane OGM vengono ora proposte dalle aziende che si nascondono dietro il paravento accademico come soluzione alla fame e alla malnutrizione nel Sud globale. Questi, però, sono falsi miracoli.

Le varietà indigene biodiverse di cibo coltivate dalle donne, forniscono un nutrimento di gran lunga maggiore rispetto ai  prodotti dall’agricoltura industriale. Fin dal 1985 il falso miracolo del Riso Dorato è stato offerto come soluzione alla deficienza di Vitamina A, ma il Riso Dorato è ancora in fase di sviluppo. Sono stati sprecati miliardi di dollari per una truffa.

Il 20 aprile, la Casa Bianca ha dato un premio all’azienda agroindustriale Syngenta che aveva tentato di copiare illegalmente  la diversità del riso indiano e che possiede la maggior parte degli 80 brevetti collegati al Riso Dorato. Questo ricorda l’Imperatore  senza vestiti. Il Riso Dorato è del 350% meno efficiente a procurare la Vitamina A rispetto alle alternative in base alla  biodiversità che le donne coltivano. Le Banane OMG ‘ricche di ferro’ hanno il 3000% in meno di ferro rispetto alla curcuma e il 2000% in meno di ferro rispetto all’amchur (mango in polvere). A parte il fatto che sono vuoti dal punto di vista nutrizionale, le OGM fanno parte di un sistema industriale di agricoltura che sta distruggendo il pianeta, esaurendo le nostre risorse idriche, aumentando i gas serra, e che stanno spingendo gli agricoltori a indebitarsi e a suicidarsi a causa di una maggiore dipendenza dagli apporti chimici. Inoltre, queste monoculture industriali guidate dalle grosse aziende, stanno distruggendo la biodiversità e stiamo perdendo l’accesso ai sistemi alimentari che ci hanno sostenuto nel tempo. L’agricoltura ecologica biodiversa  affidata alle donne, è una soluzione non soltanto per la crisi della malnutrizione, ma anche per la crisi del clima.

Le donne sono state le fondamentali produttrici di alimenti e di cibo nel corso di tutta la storia, ma oggi il cibo ci viene tolto dalle mani e viene sostituito con prodotti tossici controllati dalle grosse aziende globali. Le monoculture coltivate in modo industriale  hanno sottratto la qualità, il gusto e il nutrimento al nostro cibo.

Oltre a distruggere la biodiversità, l’agricoltura industriale è il maggior “contribuente” di gas serra (GHG) che provocano il cambiamento di clima e il caso climatico. Come ho scritto nel mio libro, Soil Not Oil: Environmental Justice in an Age of Climate Crisis [Suolo, non petrolio: giustizia ambientale in un’età di crisi del clima], il 40% di tutti i GHG – compresi l’anidride carbonica, l’ossido di  azoto  e il metano – provengono dall’agricoltura industrializzata globalizzata. E le monocolture chimiche sono anche più vulnerabili al cambiamento di clima, come abbiamo visto nelle piogge fuori stagione nel periodo del raccolto nel 2015.

D’altra parte, le coltivazioni  organiche riducono le emissioni, e rendono l’agricoltura più resistente al cambiamento di clima. Poiché le coltivazioni  sono basate sulla materia organica che torna nel suolo, è il modo più efficace di rimuovere l’eccesso di anidride carbonica nell’aria a cui non appartiene, e di metterla nel suolo, al quale appartiene. La ricerca della fondazione Navdanya ha mostrato che  le coltivazioni organiche hanno aumentato l’assorbimento dell’anidride carbonica del 55%. Gli studi internazionali dimostrano che con 2 tonnellate di sostanza organica del suolo, (SOM – Soil Organic Matter) per ettaro, possiamo ridurre di 10  gigatoni** l’anidride carbonica dall’atmosfera, il che può riportare la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera  ai livelli pre-industriali di 350 parti per milione (ppm).

Inoltre, la materia  organica nel suolo può aumentare la capacità di questo a trattenere  l’acqua di 100.000 litri per ettaro. Un aumento del 5% può aumentarla fino a 800.000 litri. Questa è la nostra assicurazione contro il cambiamento del clima, sia quando c’è una siccità e troppo poca pioggia che quando ci sono alluvioni e  pioggia eccessiva. D’altra parte, il cemento e il calcestruzzo aumentano la dispersione dell’acqua, aggravando le alluvioni e le siccità. Siamo stati testimoni di questo durante il disastro nello stato dell’’Uttarakand (India del nord)  nel 2013 e in quello del Kashmir nel 2014.

Al tempo della raccolta nella primavera del 2015 l’India ha avuto delle piogge fuori stagione che hanno distrutto i raccolti. Più di 100 coltivatori si sono suicidati. Queste piogge dovute all’instabilità del clima si sono aggiunte al peso dei debiti che gli agricoltori si portano già sulle spalle, dovuto all’aumento dei costi di produzione e ai prezzi che diminuiscono. Sia la crisi per i debiti che provoca il cambiamento del clima, che la crisi del clima hanno una soluzione comune: andare verso l’agricoltura ecologica biodiversa che non ha apporti chimici ad alto costo e che non dipende dalle sementi  delle grosse aziende   e che  quindi è libera da debiti, e che ha anche una resistenza al clima che si è creata al suo interno tramite la biodiversità e i suoli organici.

4000 anni fa i nostri antichi [testi sacri]  Veda ci hanno guidato: “Da questa manciata di suolo dipende la nostra sopravvivenza. Abbiatene cura e farà crescere il nostro cibo, il nostro combustibile, il nostro rifugio e ci circonderà di bellezza. Trattatelo male e il suolo andrà in rovina e morirà, portando con l’umanità con sé.”

Membro di Transcend, la Professoressa Vandana Shiva è fisica, ecofemminista, , a, filosofa, attivista ed autrice di oltre 20 libri e di 500 saggi. E’ fondatrice della Fondazione di ricerca per la scienza, la tecnologia e l’ecologia e ha fatto campagne per la biodiversità, la conservazione e i diritti dei coltivatori;  nel 1993 ha ottenuto il Right Livelihood Award [detto il Nobel Alternativo]. E’ direttore esecutivo della Fondazione Navdanya.  (http://it.wikipedia.org/wiki/Navdanya).

*http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/13125-cotone-ogm-monsanto-india

**http://it.wikipedia.org/wiki/Gigatone

Tratto da: www.znetitaly.altervista.org

Traduzione di Maria Chiara Starace

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