FCA, DYLAN E IL VENTO

Abbiamo assistito, a dir la verità il popolo americano ha assistito, allo spot pubblicitario che reclamava la nuova FCA, la fusione tra Chrysler e Fiat. Uno spot patriottico, nello stile stelle e strisce. Ma non è questo che ha destato scalpore, quello che ha lasciato perplessi è stato il protagonista dello spot,  Bob Dylan.

La musica, come la pittura e  la scultura, per molto tempo sono state armi in mano al potere, pensiamo ai capolavori greco-romani o a quelli michelangioleschi della cappella Sistina che esaltavano il potere dei Papi, in particolare di Giulio II (Della Rovere) nella sua lotta contro i Borgia. Ma anche nel secolo scorso i regimi totalitari facevano dell’arte un mezzo di propaganda. Solo dopo la II guerra mondiale l’arte si è scollegata dal potere, diventando avanguardia (ex.Pop Art) anche se già dalla rivoluzione Francese era stato messo in discussione il legame tra arte e istituzione.

Oggi siamo passati da sistemi totalitari a sistemi finanziari e in questo periodo dove la finanziarizzazione della politica influisce nella vita dei cittadini è logico che la stessa finanza, che non riesce più a controllare i linguaggi e i contenuti dell’arte, vuole che gli artisti facciano propria la logica del marketing.

Si dice che i soldi possano comprare tutto ed in effetti lo spot con Bob Dylan è un esempio di  come la finanza metta in pratica la sua forza nel campo artistico. Bob Dylan negli anni 60/70 è stato uno dei principali protagonisti del movimento contro le politiche repressive e contro la guerra in Vietnam, le sue canzoni (come Hurrycane o Blowin in the wind) erano cantate in ogni parte del mondo. Oggi invece si presta ad uno spot per una casa automobilistica gestita  da un manager (Marchionne) come se fosse un Re. Infatti se prima i Re avevano diritto di vita e di morte sui propri sudditi, Marchionne nello stesso modo può decidere chi far lavorare  e chi no a seconda a quale sindacato è iscritto, oppure di dove abita e dove è localizzata la fabbrica. Così mentre Bob Dylan si fa protagonista esaltando il “made in USA” la nuova FCA ha sede fiscale in Gran Bretagna e sede legale in Olanda (magia della finanza).  Abbiamo quindi che  i capitali finanziari hanno libera circolazione e le lobby finanziarie possono  decidere senza nessuna limitazione dove investire, mentre gli operai sono bloccati e ricattati sui propri posti di lavoro.  Sempre più necessario è mobilitarsi contro questa finanza e queste politiche rispondendo a tutte quelle resistenze che piano piano stanno nascendo e come dicevi tu, caro Dylan, la risposta è nel vento e questo un giorno spazzerà via la ” vecchia piccola borghesia”.

 

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